C’è un proverbio sbagliato a proposito di questo giorno: «Epifania tutte le feste porta via!»
Non è vero. Le feste continuano e come! Vogliamo dimenticare il carnevale? Tanto più che esso ormai dura tutto l’anno! Le vetrine, che fino al Natale erano piene di regali da acquistare e donare, continueranno a presentarsi piene d’ogni ben di Dio; le giostre, che finora hanno girato, continueranno a girare; le maschere, che a giorni attraverseranno le strade, continueranno a mostrarsi sempre aggiornate all’ultima moda!
C’è un’altra festa che non passerà con l’Epifania: non quella della Befana, ma l’altra, quella della coerenza cristiana. Anche quella è festa, e come tutte le feste sarà densa di soddisfazioni ma anche di fatiche. La fatica non di continuare a credere alla bella favola di Babbo Natale, che arriva a bordo della slitta trainata sulla neve dai cervi e che distribuisce i doni ai bambini buoni e carbone ai capricciosi.
C’è una storia vera che attende di essere sempre meglio meditata e compresa: quella del divino bambino che abbiamo contemplato e adorato nel presepio, che crescerà in statura, sapienza e grazia davanti a Dio ed agli uomini, che predicherà il vangelo di salvezza, che darà prova del suo amore per noi offrendo la vita in croce, che risorgerà e che attende che tutti lo raggiungano un giorno, che egli soltanto conosce, nel suo paradiso eterno.
Questa non fa parte delle belle favole per bambini, e neppure delle invenzioni per tenere buoni gli adulti. E’ la vera storia di Gesù, che è anche la nostra storia di salvezza.
Quello che è dipeso da Lui, egli l’ha fatto.
Ora tocca a ciascuno fare tutto quello che può per assicurarsi la salvezza eterna.
‘Ma insomma, che predica! Non avete nient’altro da dirci, voi preti?’
Oh, sì, tante altre cose, ma questa è la fondamentale.
“Se una persona salva tutto ma perde se stessa, cosa vale tutto quello che ha fatto in vita?”
E’ una bella domanda. Che ne dite?