L'Avvento e il nuovo anno liturgico - di P. Lorenzo Giordano sj


29/11/2009
La liturgia nelle sue letture ci spinge a guardare in avanti, ci rimette come fa puntualmente all’inizio di ogni anno, in stato di attesa.
E noi in questo stato di attesa il salmo responsoriale ci invita a proiettarci in avanti, a lanciare in alto la nostra anima, come fa il mare a ogni alta marea. «A te Signore innalza l’anima mia!». Questo invito della liturgia a rimetterci di nuovo in cammino è la capacità di tornare sempre a sperare. Vivere è sperare! E proiettarsi verso il futuro o come dicono i filosofi: trascendersi. E in questa liturgia ascoltiamo Geremia: «Ecco verranno giorni, oracolo del Signore, nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa di Israele e alla casa di Giuda. In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per David un germoglio di Giustizia».
Quello di cui abbiamo più bisogno nella vita sono dei sussulti di speranza ed è quello che la liturgia vuole aiutarci a realizzare all’inizio dell’anno nuovo liturgico.
Attenzione però c’è un rischio nella speranza quello di farne un credito davanti a Dio. Abbiamo sperato tante volte una grazia, l’esaudimento di una preghiera, ha permesso una nostra persona cara parente, familiare, amico ci lasciasse e così via… ed invece delusione…. Dobbiamo domandarci con quale speranza dobbiamo vivere per Dio? Il nostro fondatore S. Ignazio di Loyola nel suo libro degli «Esercizi Spirituali» ci fa riflettere che noi dobbiamo vivere nella nostra speranza riconoscendo e dando spazio all’Amore di Dio che per primo ci ha amato e gratuitamente e personalmente. «Dobbiamo sperare rendendoci disponibili a lasciarci amare da Dio come un libro aperto su cui l’Amore suo può scriverci tutto ciò che desidera, anche quello che noi non desideriamo».
Attenzione a non tenere il libro chiuso! Rimane chiuso il libro di colui che è idolatra vive degli idoli del piacere (è buono solo ciò che piace!), del potere sfrenato, delle libertà senza limiti, della libertà che considera il prossimo un nemico, colui che crede che tutto dipende dalla sua volontà quindi mercanteggia con Dio e presenta la fattura di ogni servizio per sentirsi apposto, agisce con calcolo e per tornaconto.
Pensa che l’Amore a Dio è una sua conquista volontaria, anziché ritenerlo dono di Dio. È libro chiuso chi vive psichicamente ripiegato solo su se stesso, non riesce a confrontarsi con gli altri, rifiuta i progetti degli altri per cui è pieno di fobie, paure, complessi di inferiorità, di autodifese, mania di Persecuzione, si nasconde nel moralismo giuridico legale. È libro chiuso il laicista che rigetta ogni legame con Dio, perché Dio è antitesi all’autonomia dell’uomo che è fine a se stesso, negazione della propria storia e della storia del mondo.
È libro chiuso chi è immerso nella cultura del benessere del capitalismo per cui l’unico valore è il denaro ed irretito da questo unico valore non si pone l’interrogativo dei valori della vera vita, vive senza inquietudine religioso, nella indifferenza come se Dio non esistesse. È libro chiuso «il nevrotico» la nevrosi è il vuoto esistenziale, la mancanza di volontà di mettersi in discussione circa il significato della vita. Vive nell’assemblaggio nella confusione, nella scontentezza, nell’intranquillità, passa con facilità dall’angoscia all’euforia.
Auguriamoci all’inizio di questo anno liturgico di alimentare la nostra speranza rimanendo sempre libro aperto che si lascia amare da Dio, ritenendolo il Buon Padre della parabola del Figliol prodigo.
È libro aperto colui che vive persuaso che il «tutto della nostra vita è dono di Dio» e rimette sempre a Dio il suo dono, anche gravoso, per dar gloria a Lui, rendendogli grazie, rendendosi disponibile amorosamente a Dio in tutto desiderando e scegliendo quello che più da gloria a Dio.
 
(c.f.r. Filippesi 1,9-11 Giobbe 1,1-22-2,10 Galati 1,15-16)
Apriamoci allora a questo anno liturgico con grande speranza, e con atteggiamento di disponibilità amorosa. Siamo disponibili con tanta preghiera: S. Rosario, S. Messa e Comunione, Adorazione eucaristica silenziosa personale o comunitaria, con l’offerta dell’Apostolato della preghiera, lettura meditata della Parola di Dio della Bibbia: Vecchio e Nuovo Testamento.
Chiediamo allo Spirito santo e alla Vergine Santissima la grazia dell’atteggiamento della disponibilità amorosa e tanta intelligenza sapienziale per abbandonarci al Mistero dell’Amore di Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo.
Dal momento che l’atteggiamento di atteggiamento di disponibilità amoroso non è più discussione della nostra limitata ragione umana, ma penetra nella vita quotidiana, la nostra vita diventa rivoluzionaria come quella dei Santi. Allora la vita dello Spirito comincia a circolare in noi e sappiamo solo chi è in Noi e ci conduce avanti.
Auguri e preghiere a tutti per un anno di atteggiamento disposizione amorose a Dio in risposta all’Amore di Dio Padre Figlio Spirito.
Ger. 33, 14-16 Sal. 24 1 Ts. 3, 12-4,2 Lc. 21, 25-28. 34-36
 
P. Lorenzo Giordano SJ