A ben pensarci sembrerebbe una cosa strana, addirittura controproducente, ma per quanto vada rileggendo con sempre maggior attenzione e sforzandomi di vincere una lettura superficiale – che oggi pare la malattia più comune di tutti noi, abituati alle migliaia di messaggi e di parole che ci sommergono – i testi biblici e le preghiera della Chiesa, noto che in questo periodo pasquale sovrabbondano di parole come “sconvolti”, “pieni di paura”, “dubbi nel cuore”, “pieni di stupore”…
Proprio in questo periodo di gioia piena e dirompente, nel tempo in cui siamo tutti posti di fronte al fatto stupefacente e inimmaginabile della risurrezione di Cristo veniamo colti e proiettati in queste pieghe oscure dei personaggi del Vangelo e di noi che anche oggi ci ritroviamo nelle stesse condizioni di vita e di sofferenza interiore.
Sembra proprio che il Vangelo miracolosamente fotografi ed esprima accoratamente i problemi, le tempeste, le esperienze, i pensieri intimi e le paure nascoste dell’uomo di oggi.
Di noi che viviamo dopo numerosi secoli, ma siamo sofferenti ed impauriti… proprio come i personaggi che vivevano ai tempi di Gesù e hanno reagito allo stesso modo alla vita e alle domande e provocazioni che Lui poneva loro in mille momenti, toccando tutte le loro aspirazioni e speranze.
Quanta paura anche oggi nei giovani e in tutte le persone che incontriamo per la strada, negli uffici dove lavoriamo, nelle famiglie e nella solitudine degli ospedali o delle case non sempre confortevoli e ricche di affetti, di voglia di vivere.
Quanta meraviglia anche oggi di fronte a temi che ci sconvolgono, a scoperte e invenzioni scientifiche e tecnologiche che dovrebbero riempire il cuore di speranza o migliorare decisamente la nostra vita personale e sociale… e invece ci fanno dubitare di essere traditi, mal interpretati, più costretti in strettoie che limitano sempre di più la nostra libertà e i sentimenti più intimi e più belli, sempre comunque fragili e delicati.
Quanti dubbi su noi stessi, sull’amore, sulle persone che ci vivono intorno, sulle istituzioni, su coloro che ci dovrebbero curare, assistere consigliare e orientare nel nostro cammino… che si fa sempre più incerto e difficoltoso tra mille ostacoli nuovi e imprevedibili.
Quanto stupore di fronte a speranze che la fede ci mette davanti e che tante volte vediamo fiorire negli occhi delle persone che amiamo, mentre altre volte diventano lontane, annebbiate e offuscate da violenze e carenze insospettate.
Mi piace molto che, da parte di Gesù, la risposta a questi dubbi, paure, meraviglie e stupori si fa duplice e semplicissima: sono io, toccami, mangiamo insieme!
Come si fa in casa con la tua famiglia, con la persona che ti è più cara e inseparabile.
Si, mangiare insieme riempie di coraggio e di calore il cuore e la persona intera che non si sente più sola, inutile e da buttare… o comunque non amata e non apprezzata nemmeno per fare compagnia
Qualcuno finalmente si è fermato accanto a noi e ci ha invitato a condividere la cosa più semplice e più naturale… un pezzo di pane, un frutto, un dolce e un buon bicchiere di vino.
Poi la risposta, che ci ha invitato alla condivisione affettuosa e vitale, diventa invito ad aprire la mente per capire, per comprendere, per abbracciare, per condividere idee e speranze, progetti e voglia di vivere, forza di amare e di soffrire con coraggio perché ci si accorge che serve a qualcosa e soprattutto a qualcuno!
È da qualche tempo che, quando mi accosto al Corpo e al Sangue di Cristo che riceve nell’Eucarestia, mi viene spontanea l’esclamazione-preghiera “tu sei la mia unica vera medicina”…
So bene che, senza le numerose medicine chimiche che il medico mi dà, io peggiorerei visibilmente…
So anche che non posso sperare più in una guarigione (i miracoli il Signore li fa con somma sapienza e discrezione e per ben altre motivazioni!), ma voglio esprimere caparbiamente che la vera guarigione di cui ho fame e sete è la pace interiore e la serena gioia del cuore che mi fa accettare la mia vita, il mio corpo, le mie amicizie e tutto quello che con gioia riesco ancora ad assaporare.
Credo fermamente che tutto questo è difeso solo da quel Corpo e quel Sangue che superano ogni mio desiderio e sono la meta verso cui corro… verso cui noi tutti corriamo!
Don Gigi Di Libero sdb