Celebrare la festa della sacra famiglia vuol dire celebrare la festa di una famiglia realmente esistitita, quella di Maria , Gesù e Giuseppe: ma si tratta però di una famiglia del tutto fuori serie rispetto alle nostre famiglie, e perfino al senso abituale della parola famiglia. La costituzione di questa sacra famiglia infatti avviene in tre tempi: il primo tempo è "normale". Maria è una ragazza di Nazareth fidanzata a Giuseppe. Poi non lo è più. Mentre Maria è fidanzata interviene l’Angelo del Signore che le propone di essere madre del Figlio di Dio e Messia davidico, per opera dello Spirito Santo; essa accetta liberamente la proposta; rimane quindi incinta e concepisce Gesù, il Figlio di Dio e Messia salvatore del suo popolo e di tutti gli uomini. Giuseppe vede che la sua fidanzata è incinta e non avendo avuto rapporti con lei, essendo uomo giusto, non vuole più sposarla ma neppure ripudiarla pubblicamente, esponendola alle pene previste nel caso dalla legge mosaica per le adultere. Ed è daccapo l’Angelo del Signore che interviene e in sogno lo invita a non temere di accogliere Maria in sposa, gli rivela che il figlio di cui Maria è incinta è stato generato non per opera di uomo ma dello Spirito Santo, che nome dovrà dargli, nome che significa la missione che dovrà compiere, liberare il popolo ebraico dal peccato. E’ una famiglia che viene rivoluzionata nelle sue scelte consuete e abituali dagli interventi dell’Angelo che assegna a ciascuno una propria missione centrata su quella del Figlio di Dio che viene in questo mondo come Messia o Cristo a liberare gli uomini dal peccato. La madre concepisce il Figlio liberamente e verginalmente, cioè non per opera d’uomo; il Figlio non è di Giuseppe che ne diviene solo "custode" nel tempo che va dalla nascita ai trent'anni di Gesù; Giuseppe e Maria, sono sposi ma Giuseppe rispetta per tutta la vita la verginità della madre del figlio di Dio. In altre parole: la sacra famiglia è una famiglia costituita per un evento speciale: la promessa fatta al popolo ebraico del Messia, che inaugura il regno di Dio nel mondo per la salvezza degli uomini dal peccato, si compie in questa famiglia. La madre concepisce verginalmente come aveva promesso Isaia; l’angelo del signore dice a Giuseppe chi è il figlio di cui la sua fidanzata è incinta; sposo e madre sono chiamati a realizzare la missione del Figlio di Dio e di Maria: instaurare il regno di Dio in questo mondo liberandoli dal peccato e dalla morte.
Ovviamente questo modello di famiglia ci offre una sola proposta per le nostre famiglie... normali. Anche una famiglia con i suoi membri è chiamata a collaborare al venire del regno di Dio e all’apostolato della Chiesa, dando un suo contributo specifico, dando testimonianza con il suo stile di vita cristiana familiare, vivendo la vita familiare secondo la parola di Dio e il sacramento che la costituisce. Ricordate il vostro matrimonio? Le parole che vi siete scambiati? "Io scelgo te, nella buona e cattiva sorte, nella salute e nella malattia, nella povertà e nella ricchezza"... Scelgo te è una dichiarazione d’amore, un atto libero, di libera condivisione della vita tra due persone, davanti a una comunità. Il legame non è un obbligo, una legge, è ... il vincolo dell’amore, di cui l’anello d’oro è il segno... un amore più forte della morte. Non la malattia o la salute, non la povertà o ricchezza, non le situazioni e i casi della vita, decideranno le sorti del nostro amore. L’amore tra noi deciderà delle situazioni e dei casi della vita. L’amore è più forte della morte. Questa è la qualità dell’amore cristiano sponsale.
Ma oggi il quadro di ciò che famiglia significa si è ampliato. E i divorziati? Anche per loro c’è un annuncio e un invito da parte del Signore. Nessuno di voi ha rotto un matrimonio in cui viveva amorosamente. Certo i casi della vita sono molteplici e differenti. Anche la Chiesa lo sa e riconosce la giusta necessità di separazioni e persino l’esistenza di casi di matrimoni nulli, nati male e finite in separazioni non sempre né facili né indolori. Ma non è insensibile alla sofferenza per matrimoni falliti. Anche per voi resta vero che alla base del matrimonio ci vuole l’amore, la libertà di amarsi unita alla cura quotidiana del mutuo amore, come propone la parola del Signore, e sa riconoscere il vostro desiderio di trovare un amore riuscito che gratifichi entrambi, il matrimonio cui il Signore vi ha chiamati e al quale guardate nella vostra condizione, anche se con nostalgia. La partecipazione alla vita della Chiesa non vi è preclusa. Lì troverete risposte ai vostri casi che non possono non essere personali e trattati personalmente. Non vi trattenga dal partecipare alla vita della Chiesa il richiamo all’indissolubilità del matrimonio: anche la Chiesa sa che non basta una legge per sanare una vita sponsale soprattutto se divenuta infelice. La parola che vi dico non è mia: è di Papa Giovanni Paolo II° nella sua enciclica di anni fa, Familiaris consortio, la convivenza familiare.
Oggi abbiamo casi di convivenza familiare al di fuori del matrimonio. La festa della sacra famiglia ha un messaggio di speranza anche per queste novità, la memoria di un matrimonio che si costituirà quando vi direte l’un l’altro «io scelgo te» senza aggiungere condizioni. Nel pieno rispetto delle vostre libere scelte vi ricordo la parola del Signore: che la vostra convivenza sia una preparazione ad un matrimonio rinviato, all’amore incondizionato tra uomo e donna e che si fa carico della responsabilità di tutelare l’amore, fino al sacramento e alla condivisione del vostro rapporto con Dio.
Ma oggi la parola famiglia sta mutando significato: unione libera anche tra persone dello stesso sesso, legalizzata. Ovviamente Dio non nega il suo amore a nessuno. E la Chiesa non vuole imporre la morale cristiana allo Stato; vuole solo contribuire a chiarire un dibattito pubblico in base alla sua nozione di retta ragione, come dice la prima enciclica di Benedetto XVI , Deus caritas est. (n. 28). L’osservanza della morale - qualsiasi morale - richiede la libera adesione. Vorrei dirvi solo di capire bene un aspetto delle parole e degli interventi della autorità ecclesiastica in materia. Quando certi comportamenti a tutela della libertà di alcuni cittadini vengono legalizzati - non quindi giudicati né assunti in prospettiva morale ma giuridica - vi sono conseguenze negative sulla moralità della vita sociale di tutti, conseguenze da tenere in conto. Voler tracciare un solco netto tra legalità e moralità vuol dire trasferire il conflitto dal piano legale al piano della vita sociale.
Auguri.
P. Giuseppe Pirola sj