«(…) Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio.» Dal Vangelo: Luca (24,46-53).
Non so se abbiate notato nella prima lettura una frase, che in latino è ancora più indicativa, dove un angelo dice ai discepoli, mentre Gesù sale al cielo: "quid statis aspicientes in coelum?", che cosa state badando in cielo? Andate!
A Galileo, riguardo questo passo, veniva chiesto: che cosa stai lì a guardare il cielo? Un autore moderno fa rispondere a Galileo: "Io guardo lassù i cieli per vedere se stanno fermi o se si muovono, ma di certo non ho visto Gesù che ascendeva".
La documentazione dell'Ascensione è complessa. Troviamo, nei testi, un duplice modo di concepire questo evento, anche perché bisogna dare una conclusione logica all'evento fondante, che è la Risurrezione. Chi crede che Gesù sia un cadavere rianimato risponde in un modo, chi non lo crede risponde in altro modo. Ecco l'incertezza dei testi, poi c'è anche l'iconografia che è di due tipi.
Una rappresenta la glorificazione divina di Cristo dove appare Gesù che sale in cielo, ma dentro una mandorla sostenuta dagli angeli. Quella famosa mandorla significa che è l'anima che sale e non il corpo, questa sarebbe la concezione dell'iconografia orientale.
Per noi occidentali – più realisti – l'iconografia esalta il Figlio dell'uomo e rappresenta il Signore Gesù che sale al cielo dal Monte degli Ulivi aiutato dalla mano divina. Poi, verso l'anno mille ecco gli elementi nuovi: la figura di Cristo si eleva nell'aria e sono visibili solo i piedi e l'orlo del vestito.
Cito alcuni esempi di come viene rappresentata in occidente: Giotto nella Cappella Scrovegni a Padova; Melozzo da Forli a Roma al Quirinale; il Correggio nella cupola del duomo di Parma.
Vediamo ora come trattano il problema gli evangelisti. Marco e Luca sono schierati da un lato, Matteo e Giovanni dall'altro. Dice Marco: "Il Signore Gesù dopo aver loro parlato fu assunto in cielo". Ho guardato la traduzione e se è così, visto che tutti usano "assunto in cielo", vuol dire che non va su per forza propria. Una cosa è ascendere per forza propria, ed un'altra è essere assunti da una qualche forza esterna. “E si sedette alla destra di Dio": allora si pensa che fisicamente Lui sia andato su e sieda alla destra di Dio in qualche luogo dell'universo. Gli scritturisti dicono che bisogna pensare a un linguaggio figurato - siamo perfettamente d'accordo - ma anche il linguaggio figurato crea qualche problema se alla radice c'è l'errore.
Luca scende perfino nei particolari: "Li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse, mentre li benediceva si allontanò da loro e fu portato in cielo": allontanamento più che sollevamento. Si potrebbe tradurre: lo videro allontanarsi e capirono così che era stato portato in cielo, ma come viaggio fisico, spostamento da luogo a luogo. Questo angoscia molte persone, che chiedono a noi sacerdoti in quale luogo Gesù sia finito.
Negli Atti degli apostoli che abbiamo letto, l'elevazione è esplicita. È ovvio che le testimonianze oscillano, perché sia Luca che Marco - che non erano presenti ai fatti - vanno a chiedere delle testimonianze e le trovano di vario calibro. Ecco allora perché negli atti abbiamo un irrigidimento del momento fisicista. Molto probabilmente Luca ha dovuto rispondere alle domande di coloro che chiedevano, in ultima istanza, dove sia andato a finire Gesù dopo la risurrezione.
Apro una parentesi. Ho visto che nella teologia dei musulmani, ramo Sciita, c'è un episodio più o meno identico, dove un Iman - mi pare nel 7° oppure 8° secolo - sarebbe scomparso, ma per loro è ancora vivo da qualche parte e si rifarà presente quando il musulmanesimo avrà conquistato la piazza. Questo per dirvi come il movimento delle categorie religiose si esprime. Ciò sostiene la mia tesi, nella quale dico che ad un certo momento il cristianesimo si è abbassato al rango di religione, ed è ovvio che se si va attorno al messaggio evangelico in questo modo lo si riduce appunto a religione, come esattamente le altre religioni.
Riprendendo il discorso, Luca, sulle vicende del post risurrezione, risponde come abbiamo letto e da qui nasce il racconto.
Ma Giovanni e Matteo - che sono presenti ai fatti - hanno di questi fatti un'opinione diversa. Per Giovanni l'ascensione ha avuto luogo il mattino di Pasqua subito dopo la Risurrezione: Gesù è entrato in una nuova dimensione. Che cos'è questa nuova dimensione? Con "nuova dimensione" voglio dire che Gesù non è né spirito né materia. La risurrezione è una condizione che sarà, più o meno uguale alla nostra.
C'è stato un dibattito dove ci si chiedeva se alla resurrezione le donne rimarranno donne, o se diventeranno uomini, (questa è la teologia all'epoca di S. Tommaso) quindi errori sui quali siamo passati perchè Gesù invece dice che, alla risurrezione, saremo come angeli: quindi né uomo né donna, ma come angeli. Qui allora vedo una risposta che si avvicina alla mia, vale a dire che Gesù è entrato in una nuova dimensione.
Matteo, invece, non parla dell'ascensione, perché per lui è problema insignificante, avendo della Risurrezione una nozione - a mio parere - esatta e cioè: Cristo esce dal mondo fisico per potere entrare nelle coscienze e farle diventare luminose. Per Matteo l'ascensione non è l'allontanamento di Gesù, è Gesù che si rende utilizzabile a "livello operativo" delle singole coscienze, così come - perdonatemi il paragone - il petrolio diventato benzina o plastica si rende utilizzabile ovunque c'è un'automobile, una fabbrica, od ovunque c'è un bisogno umano.
Quindi i testi, da un lato, dicono che Gesù è salito alla destra del Padre: questo fa sì che molti pensino alla cosa in maniera fisicistica, ed io non sono dei loro; dall'altro lato dicono: Gesù è con i discepoli fino alla fine del mondo, e Matteo lo dice chiaro: "Io sono con voi fino alla fine del mondo".
Questa tesi dell'entrata nelle coscienze, è più vicina alla descrizione che Matteo fa del passo "Andate, ammaestrate, battezzate, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato". Attenzione, specifico bene: non a fare osservare, ma ad insegnare come si osserva. Questo lo dico perché l'attacco al Cristianesimo è sempre il medesimo, quello cioè di accusarlo d'integralismo. Sarebbe integralismo fare osservare, ma io insegno come si osserva l'insegnamento praticandolo io per primo se ho creduto.
"Amatevi come io ho amato voi", - qui c'è la chiave di tutte le soluzioni - cioè: "senza profitto", nei tre settori fondanti della vita sociale che sono: il sesso, il denaro, il potere.
E cioè: rapporto uomo-donna, senza profitto; uomo-uomo, nel rapporto di lavoro (denaro), senza profitto, perché ognuno di noi, o è datore di lavoro, oppure lavoratore dipendente, siamo in questo incastro - che io chiamo maledetto - non riusciamo a liberarcene, ed è questo che costituisce la base di tutte le ingiustizie del mondo; infine, rapporto uomo-uomini nella vita politica, vale a dire nel potere, senza profitto. Ora, in questo settore siamo congeniati in un mondo in cui qualcuno dice: "io comando e tu ubbidisci". E questo schema diventa sempre più rigido da quanto vedo e sento, ciò che dicono gli economisti e i politici.
Sarebbe bello potere indicare ai giovani una comunità, anche piccola, in cui i cristiani attuano ciò che Cristo ci chiede. Non potendo dargli questa indicazione non mi resta che dire loro - a quelli che non sono ancora distrutti dal consumismo generale, che hanno ancora una zona di cervello libera da questi condizionamenti – “avete almeno capito ciò che Gesù vuole da voi, nel momento in cui prendete coscienza di essere cristiani, cioè nati da una conversione e non dal battesimo?”.
Ci sono gruppi che tentano di risolvere questi problemi: vado a visitarli perché voglio vedere se veramente hanno centrato il problema. Purtroppo io, ai giovani che mi chiedono, non posso ancora dire di avere trovato la soluzione perfetta. Ebbene, non potendo presentare la soluzione, non mi resta altro che presentare la mia utopia nei termini che vi ho descritto.
Cordialmente, P. Aldo Bergamaschi