Il sig. A. P. mi scrive: «Sul numero 273 (ottobre ’99) del mensile «Edav», che Lei dirige, Lei ha scritto, a commento di un film, che “salvo esigenze dei diritti dello spettatore, anche il porno è lecito, purché ci sia una giustificazione narrativa o tematica.” Io credevo che il porno per un cattolico fosse senza giustificazioni. Può spiegarsi meglio?»
Cerco di spiegarmi meglio, pur a tre anni di distanza.
Sono andato a ricercare quella frase in quel numero, dedicato completamente ai film della Mostra del Cinema di Venezia: 62 film, con commento mio o di qualche altro mio collaboratore. La frase l’ho trovata nel sommario commento del film GUARDAMI di Davide Ferrario del 1999, dove si narra di Nina, una porno-attrice, ammalata di cancro, in relazione lesbica con la redattrice d’una rivista hard. All’ospedale, si innamora di Flavio, membro d’un gruppo musicale, al quale sul letto di morte, gli offre e quasi gli impone la sua vagina.
Senza entrare nel merito della storia, meschina per quanto toccante un aspetto – aberrante, ma reale – della vita, nel caso specifico, volevo controllare se e quanto fossero rispettate le condizioni che possono rendere lecito l’uso del porno. Si vede, infatti, che la mia frase, di condizioni, ne rileva ben più d’una; tant’è vero che quella mia frase terminava con le parole: «Qui [giustificazione] non c’è.» E avevo specificato: «Ma è come avesse detto che per trattare di noia si deve fare un film noioso.»
Ma la richiesta di A.P. è più che lecita e quindi ben volentieri rispondo.
Immediatamente preciso che il porno è problema di etica (o morale) universale e non esattamente di morale «cattolica», che pure l’ha rispettata e adottata.
Questo per definire l’ambito esatto: non è questione di dogma, cioè o sì o no e non si discute. Il porno è l’esibizione ingiustificata delle parti procreative del corpo umano d’ambo i sessi e di quanto vi è connesso (azioni, situazioni, ecc.).
Il problema è sempre quello della giustificazione, perché altrimenti sarebbero pornografici anche i volumi, medici e chirurgici, anche sociologici e morali, che recano quelle immagini.
In altre parole, anche sul sesso occorre avere idee molto chiare.
Qualche anno fa, un deputato democristiano è venuto a chiedermi di aiutarlo nel formulare il testo d’una legge contro la pornografia. Gli chiesi che cos’era, per lui, la pornografia e non mi ha saputo rispondere. Lo pregai allora di sapermelo dire, ché senz’altro l’avrei aiutato. Non s’è visto più; ma come politico ha fatto carriera ed è diventato un pezzo grosso di quei cattolici che si sono schierati politicamente a sinistra con i senza Dio. Cosa vuol dire la chiarezza (o, meglio, la non-chiarezza) di idee, anche nella vita pubblica, pur a prescindere dagli intenti di imbrogliare!…
Il sesso l’ha inventato Dio e non il diavolo, anche se il diavolo se ne serve abbondantemente per portare l’uomo e la donna al peccato.
IL SESSO E’ DONO DI DIO e come tale va rispettato e attuato nelle sue funzioni, che anche la teologia cattolica nettamente definisce: procreazione e «sedatio concupiscentiae» («concerne particolarmente l’affettività, la capacità di amare e di procreare, e, in un modo più particolare, l’attitudine ad intrecciare rapporti di comunione con altri» («Catechismo della Chiesa Universale», 23326) . Nell’una e nell’altra delle sue funzioni, il sesso può essere profanato o tradito e in varie forme.
Certamente lo profana il demonizzarlo, considerandolo cioè semplicemente come opera del diavolo, anziché dono di Dio; ma lo profana anche il commercializzarlo. E comunque esibirlo ed esercitarlo per indurre in tentazione. Anche questa, sì, è azione diabolica.
Ma in genere e soprattutto è – quello che si fa ancora comunemente – trattarlo come non fosse dono di Dio, quindi confondere il sesso con l’amore, cioè lo strumento col fine (esempio: il dire «fare l’amore», quando si dovrebbe dire solo «fare sesso». Il sesso è amore quando lo si fa nell’ambito nel quale Dio vuole che si faccia.
Il sesso è l’invenzione di Dio per far continuare il mondo nella sua infinita varietà dei fiori, degli animali e dell’uomo. Togliete il sesso e avete solo deserto, senza un filo d’erba. Guardate un panorama, un gruppo di bambini, una moltitudine di uomini e di donne, anche solo nella disperazione d’una disgrazia o d’un terremoto: lì è Dio, non il diavolo, che dà speranza e certezza che tutto si rinnovi. Il diavolo c’è, sì, per confondere le idee, per far pensare: «Come si fa a dire che Dio è buono, se permette?»
E’ lo stesso errore che si commette quando ci si dimentica che il sesso è opera di Dio e non del diavolo. Sembra strano, ma è così.
Sempre a disposizione. Cordialmente
P. Nazareno Taddei sj