L'amico M.M. mi internetta: "Sarà contento di quello che il Papa ha detto a proposito di Internet!"
Rispondo: sono felice, di quella felicità del soldato, che lanciato in una difficile missione e criticato da più di qualcuno, viene a sapere che il suo capitano ne ha approvato il comportamento.
L'idea di fare questa rubrica su internet non è stata mia: un provider laico (sottolineo: non religioso), sei anni fa, mi ha chiesto di fare una rubrica di "prediche" - ha proprio voluto chiamarle così - perché, diceva, che in tanta confusione mentale ci sono molti non praticanti che desiderano avere una parola su Dio.
E infatti i miei primi due interlocutori - entusiasti dell'iniziativa - sono stati un ateo e uno che si diceva religioso "a modo suo" (v. Predica 2). Ho accettato ben volentieri, benché mi rendessi conto di fare un salto nel buio, perché già in televisione (RAI-TV) avevo organizzato e diretto, per circa 9 anni, le trasmissioni religiose e m'ero ben reso conto che il problema di base era quello del nuovo linguaggio.
Qui, mi si prospettava addirittura un linguaggio diverso, ancora sconosciuto, non come tecnica, ma come mezzo di comunicazione. Intuivo comunque proprio quello che il Papa ha esplicitato il 24 gennaio us nel Messaggio "Predicatelo sui tetti" della 35.ma Giornata delle Comunicazioni Sociali,: "la capacità positiva di Internet di trasmettere informazioni e insegnamenti di carattere religioso", nonostante il fatto che quel "mondo possa a volte sembrare in contrasto col messaggio cristiano".
Il grosso problema che mi si presentava - come già in tv - era quello di parlare a un pubblico indiscriminato, cioè interamente sconosciuto per età, cultura, ideologia, sentimenti, interessi. Qui, poi, le prediche consistono in un testo scritto, che si presenta su uno schermo; uno scritto, dunque, che va impaginato in maniera tutta particolare.
Ma l'impaginazione, per quanto io la possa immaginare (e non è facile), dipende praticamente dal provider, cioè da chi mette in rete il testo. E' un problema che, purtroppo, in sei anni non sono ancora riuscito a risolvere. Mi sono dovuto limitare a impormi alcuni criteri, che sono molto semplici, ma non sempre facili da attuare: anzitutto, rispondere generalmente a quesiti che mi si pongono e quando mi si pongono.
Poi, trattare una sola idea; cosa direi di basilare necessità. Ancora come tecnica d'aggancio partire da un evento o fatto concreto. P.e. nelle prediche di Natale e di Epifania, sono partito da due comuni casi di vita occorsimi personalmente e ho cercato di mostrare come quelle feste si collegavano con la vita quotidiana e come quei casi, in quella luce, potevano essere piccole lezioni di vita. Spesso, le domande che mi si rivolgono si riferiscono a eventi successi in quel periodo e mi si chiede cosa ne pensi.
Altro criterio - importante, dettato dalle leggi della comunicazione tecnologica - cercare di esprimersi parlando per giustapposizione di concetti e non per sviluppo logico. Questo è il più difficile, perché c'è il rischio di fare confusione mentale, anziché chiarezza.
Eppure è indispensabile; ma è il punctum dolens dei nuovi linguaggi, che ormai sono imprescindibili anche nell'evangelizzazione. Lo stesso nostro Papa nella Redemptoris Missio all'art. 37 ha insegnato che "è un problema complesso, perché si tratta di nuovi modi, di comunicare" che occorre conoscere bene prima di usarli; ma soprattutto per aiutare la gente a non subirne l'influsso negativo e ricavarne quello positivo. Finalmente, un criterio di fondo, che è basilare: trattare l'argomento sempre secondo verità, anche se la verità può dispiacere.
Devo dire che, a differenza degli anni in cui ho predicato in tv, qui è successo quasi da subito un fatto nuovo: molti di quelli che mi internettano mi chiedono cose di loro interesse personale e allora rispondo con e-mail personali. Si istituisce, così, una sorta di direzione spirituale a distanza.
Questa particolare esperienza mi pare sia prova che non è vero quanto talvolta si dice contro questa forma di apostolato, cioè che il vero apostolato è quello che si fa con la comunicazione personale, cioè faccia a faccia. E le citate parole del Papa del 24 gennaio, nel contesto poi di tutto il Messaggio, mi pare autorizzino, anzi sollecitino, pienamente questa forma d'apostolato, che avviene non faccia a faccia, ma attraverso uno strumento tecnologico.
E' chiaro però - e qui si apre un altro capitolo dell'importanza di Internet come forma d'apostolato - che ci troviamo di fronte (sempre per usare parole del Papa nella "Redemptoris Missio") a un "nuovo modo di comunicare", anche se fatto di parole.
Quelle parole, infatti, per il fatto di essere riprodotte visivamente e trasportate su uno schermo, assumono un significato finale che ingloba quello verbale. E' analogo a quello che succede con i titoli e l'impaginazione nelle pagine dei giornali: una notizia assume importanza non tanto per il contenuto espresso nelle parole, quanto piuttosto per la grossezza e la collocazione di quelle parole nella pagina e in quale pagina. Questo aspetto è fondamentale; ma ben raramente c'è chi ci badi e cerchi di conoscere fino in fondo il meccanismo della comunicazione tecnologica.
Nasce così l'altro aspetto, fondamentale anch'esso: per l'apostolato NON E' sufficiente l'uso strumentale di questi mezzi. E' chiaro che si tratta di strumenti e quindi, per poterli usare anche pastoralmente, occorre possederli e saperli usare tecnicamente; ma non si può assolutamente credere d'aver risolto il problema pastorale, quando si è imparato a usarli strumentalmente, senza un'adeguata preparazione circa i loro "nuovi modi di comunicare".
E' una battaglia che conduco da decenni. Oggi, dopo quelle parole Papa, come già dopo quella della citata "Redemptoris Missio" di dieci anni fa, mi pare ovvio concludere che chi pensa di fare apostolato usando solo materialmente gli strumenti, senza adeguata specifica preparazione circa il "nuovo modo di comunicare" non sia nella linea del Papa, cioè della verità, della giustizia e della carità nella libertà.
Per conto mio, sto organizzando un corso su queste tematiche: "Pastorale in Internet". Chi fosse interessato può chiedere informazioni presso la segreteria ciscs@edav.it .