Il sig. N.T. mi internetta: "Lei non pensa che i disastri provocati dalla natura in questi ultimi anni siano un vero "castigo di Dio" per come si stanno comportando gli uomini contro la sua legge?"
Le domando: come faccio a rispondere?Anch'io mi sono fatto questa domanda più d'una volta; ma non sono mai riuscito a rispondermi "sì".
Perché? Ma perché il pensiero di Dio è mistero, se non è quello che possiamo cogliere nella natura e anche nella Rivelazione. Sono i due modi attraverso i quali Dio ci rivela il suo piano sul cosmo e sull'uomo.
Non bisogna temere quindi dei ritrovati della scienza, come pure non è mai troppo quello che veniamo a conoscere della autentica Rivelazione.
La natura, da millenni, sta manifestando passo dietro passo le meraviglie di quel Pensiero; e le odierne, quasi incredibili, scoperte scientifiche, in tutti i campi dello scibile, non fanno che svelare pezzo per pezzo quello splendido ricamo che Dio ha fatto sul destino del cosmo e dell'uomo.
Quelle scoperte lo svelano nonostante l'ottusità di qualche scienziato e commilitone politico o sociale, che le sfruttano per il male (si pensi anche solo alla bomba atomica) e continuano a studiarle o a svilupparle per dimostrare che il Dio delle religioni è una fola. Poveretti!
Quanta compassione meritano: si chiudono da se stessi il cammino davanti a sé e, più d'una volta, manifestano anche il loro limite scientifico. Viene proprio da dire: "scientia inflat (la scienza fa gonfiare come un pallone)"
Ma, grazie a Dio, sono eccezioni.La scienza procede tassello dopo tassello.Cerchiamo di vedere dietro quei passi il dito Creatore che ci manifesta il Suo piano. E, d'altra parte, sarebbe tremendo che trascurassimo quel Suo modo di rivelarcisi. Infatti, è proprio attraverso quel modo che l'uomo può e deve capire meglio anche la Rivelazione. Da notare che anche la storia è scienza e la storia ci fa capire il cammino degli uomini secondo le varie epoche e culture.
Non è forse vero, p.e., che il popolo ebraico, che pure era l'eletto, ammetteva la poligamia e che Gesù Cristo spiegò che Mosè l'aveva permessa "propter duritiam cordis" (cioè per l'ottusità, che si suppone incolpevole); il che però significa che certe leggi o loro interpretazioni non possono prescindere dalle situazioni psicologiche e/o sociologiche e/o culturali.
A maggior ragione, si potrà e si dovrà moralmente tener conto di certe scoperte scientifiche: il loro limite è dato da dati di altra scienza, come p.e. una sana e corretta teologia. Per quanto riguarda il problema che questa volta mi è stato posto, la scienza generalmente dà ragione dei fenomeni cui si accenna, particolarmente per quanto riguarda i terremoti e i cicloni. Non si vede quindi la necessità di cercare cause d'altro ordine.
L'astrologia e la magia non sono scienza; al massimo, in qualche caso eccezionale, sfruttano poteri che trovano risposta in fenomeni psicologici o parapsicologici o anche - casi ancor più rari - in interventi diabolici.Situazioni, comunque, dalla scienza al diavolo, che ci devono far stare attenti, perché la faciloneria o l'improvvisazione sono i principali ostacoli nella ricerca della verità. Analoghi discorsi per la Rivelazione.Certe cause naturali di eccezionale gravità fanno pensare al fuoco di Sodoma e Gomorra, al tempo di Abramo, ma soprattutto al diluvio, ai tempi di Noè.
Ai tempi del fuoco, Dio, di "giusti", non ne trovò nemmeno cinque e, salvando Lot e famiglia ch'erano "giusti", fece perire tutt'e due le città. Ai tempi del diluvio, Dio salvò Noè e tutti quelli della sua famiglia, ch'erano già un bel gruppetto, ma "giusti", cioè rispettosi delle leggi di Dio. E riguardo alle specie viventi, d'ogni genere e specie, ch'erano senza colpa, ma anche senza meriti perché predeterminati ad adempiere le norme del Creatore, ne salvò una coppia perché potessero riprodursi.
Ma, alla fine, Dio mandò l'arcobaleno e promise che non ci sarebbe più stato un diluvio. Non ci basta per convincerci che le calamità naturali non sono il segno d'una collera di Dio per gli uomini peccatori? Forse nò. Infatti, i due terribili casi di Sodoma e Gomorra e del diluvio fanno andare col pensiero un po' al di là della storia così come c'è raccontata dalla Bibbia.
Due considerazioni.
La prima: certamente, più che valore storico, quella storia ha valore emblematico; cioè mostra la severità di Dio nei confronti di chi non rispetta il suo piano creatore; ma nello stesso tempo dimostra anche la sua infinita pazienza e misericordia.
Lo prova tutta la Scrittura, fino a Cristo. In questo senso, si può pensare anche alla storia di Sansone che, pur nato per miracoloso intervento di Dio e pur conscio; della sua missione, tergiversa nell'accettarla e si lascia andare ai piaceri della carne. Tradito nella propria ingenuità da una donna, verrà arrestato, accecato e messo alla ruota d'un mulino.
Nella disgrazia, si ricorderà di Dio e gli chiederà perdono; e Dio, pur lasciandolo pagare di persona, farà in modo che egli realizzi lo scopo per il quale l'aveva fatto nascere.La seconda: possibile che proprio tutti le persone perite nel fuoco e nel diluvio fossero veramente colpevoli?I bambini innocenti non erano ancora stati redenti dal sangue di Cristo, ma non avevano nessuna colpa da farli cogliere quel castigo.
Possibile che il loro sorriso e il loro pianto non abbia commosso il cuore di Dio, padre di tutti? Mistero! Le misure degli uomini non sono le misure di Dio e la morte degli uomini è il passaggio a una nuova vita. Eterna. Di felicità o di infelicità.
Questo mistero fa riflettere.Penso al fatto evangelico di Cristo che assolve l'adultera e alla sua parabola delle vergini, alcune sagge e alcune stolte, e a quella del ricco Epulone. Penso al "guai a voi, ipocriti" e al "oggi sarai con me" al ladrone in croce. Ma penso anche al "non giudicate".
Allora mi pare di poter concludere.Direi che, per le ragioni suddette, non siamo autorizzati a pensare che Dio mandi così tremende calamità naturali per punire gli uomini che stanno in quelle zone. Possibile che non ci siano almeno "dieci giusti" da quelle parti?
Ma non mi pare nemmeno che siamo autorizzati a escluderlo, perché veramente l'indifferenza verso Dio, quando non la sua negazione e il disprezzo per Lui, sta diventando una fiumana travolgente. Tuttavia, Egli ci dice: "non giudicate". Il che forse significa: "non pretendete di svelare il mistero".Allora: né "sì", né "no"; quindi "nì"?No! Allora?
Quegli avvenimenti ci devono far riflettere, perché Dio ci rivela il Suo pensiero anche con la natura, nel chiarore dell'arcobaleno e delle stelle e nel tremore pauroso dei terremoti e degli uragani. Riflettere su che cosa? Su Dio, sulla vita e sull'eternità; quindi su noi in rapporto con Dio, che è la vita..