L’Avvento ha la sua realtà non tanto nella doverosa preparazione al Santo Natale, quanto nella figura dominante di Maria nella sua maternità verginale.
Nella festa dell’Immacolata concezione, la liturgia della Messa riporta il Vangelo di Luca (1,26 ss.) con l’apparizione dell’Angelo a Maria. Invito il lettore a leggere il testo nella sua integrità per offrire a Maria una devozione che non sia soltanto sentimentale frutto di pellegrinaggi da un santuario all’altro per domandare grazie di guarigioni.
Da Maria sono sorti i grandi temi della pienezza di grazia, della maternità divina, della verginità integerrima e feconda, del tempio dello Spirito Santo, della cooperazione all’opera salvifica del Figlio, della santità esemplare, della intercessione misericordiosa, dell’assunzione al cielo, della regalità materna, specialmente il grande tema di Maria, madre della Chiesa (8 dicembre IMMACOLATA).
Se guardiamo a Maria per fare della nostra vita un culto quotidiano del silenzio, molto più efficace della parola, Maria è il modello, è il culto fondamentale che consiste nel fare del proprio passo quotidiano, del proprio parlare e dire, un’offerta al Signore.
Il “SÌ” di Maria all’annuncio dell’Angelo non solo ci commuove, ma deve diventare lezione di vita, esempio di obbedienza alla volontà di Dio: è dunque via fondamentale per essere veramente cristiani nella strada della santificazione, oggi, quasi, quasi deserta.
Il nostro “SÌ” di genitori, di sacerdoti, di uomini del nostro tempo, sia come quello di Maria, semplice, pieno, gioioso.
Accanto al Cristo, in ogni momento del nostro quotidiano deve esserci anche Lei, la mamma che non si separa mai dal Figlio, anzi, lo dirige, lo protegge, lo salva. Oso dire che è Lei che vedo quella notte seduta sulla pietra del sepolcro che ordina che si spezzi quella pietra e che suo Figlio torni nelle sue braccia per portarlo nel mondo.
Bando al patetico, con Maria imperi il razionale. In ogni nostra azione, in ogni momento della nostra giornata dobbiamo guardare a Lei come modello di donna, non soltanto di fede, di purezza, di perseveranza, (motivi di vita che stanno crollando nel nostro tempo).
Con lei accanto, senza parola, senti la vittoria della speranza sull’angoscia, della comunione sulla solitudine, della pace sulla paura, della gioia sul fallimento, della bellezza sulla nausea della “sporcizia” e vedi le prospettive eterne su quelle temporali che, piano, piano, affievoliscono il passo.
La Madonna è legata alla storia di ciascuno di noi: basta chiamarla e te la senti vicino. La vuoi sentire anche fisicamente? Porta in tasca sempre la corona del Rosario.
Lei sta bene lì, più che nei templi grandiosi della storia.