“Non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi” (Il Piccolo Principe)
Il vangelo di Marco di questa XXX domenica del tempo ordinario, continua a raccontarci il cammino di Gesù verso Gerusalemme e l’avventura bella e difficile della sequela. Con la guarigione del cieco Bartimeo, Marco vuole stabilire un confronto tra le sequela dei Dodici, e quella di Bartimeo. I Dodici camminano dietro a Gesù, lo seguono da tanto tempo, eppure, più si avvicina Gerusalemme, dove «il Figlio dell’uomo darà la vita in riscatto per molti» (10,45), più i discepoli sembrano perplessi (10,26), sgomenti e impauriti (10,32), non comprendono (10,35ss). Bartimeo invece, cieco, mendicante, in una situazione di disperata quotidianità «sedeva ai margini della strada»,grida il suo desiderio di salvezza a Gesù, vince il tentativo di dissuaderlo da parte della folla, e dopo l’incontro con Gesù, ne diventa discepolo: «lo seguiva lungo la strada». Attraverso questo confronto, l’evangelista sembra chiederci chi è in fondo il vero cieco? E chi è davvero fermo lungo la strada che Gesù sta percorrendo?. “Non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi - scriveva Antoine de Saint-Exupèry ne Il Piccolo Principe – Bartimeo vede con il cuore, crede in Gesù, anche se fermo desidera fortemente camminare verso di Lui e dietro di Lui; i discepoli credono di vederci bene, ma dimostrano di essere loro quelli fermi, immobili e fuori strada. In questa domenica, vogliamo fare nostra la preghiera di Bartimeo: «Rabbunì, maestro mio, che io veda di nuovo!