“Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. La bellezza di tale rivelazione di Gesù, contenuta nel vangelo di oggi, sta nel fatto che essa non è frutto d’una nostra illusione, perché è lui che parla, lui che è LA VERITÁ.
Si può essere “uniti nel suo nome” in tanti modi, ad esempio professando la sua religione, ascoltando con fede la sua Parola, unendoci nella preghiera fatta insieme, quella liturgica in chiesa nella messa della domenica e quella domestica in famiglia: uniti a lui e tra di noi mente e cuore. Questo non è sempre facile. Perdonarci a vicenda, ad esempio, per essere “figli dello stesso Padre che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi”; accoglierci l’un l’altro come componenti della medesima famiglia cristiana; come membri del medesimo Corpo mistico di Cristo. Se siamo uniti tra noi e Gesù come tralci della stessa vite, allora egli è con noi. Se in quelle circostanze siamo due o tre e ci contiamo, scopriamo che siamo uno in più, perché egli è con noi. L’ha promesso.
Il modo migliore di iniziare la preghiera affinché egli sia “in mezzo a noi” è l’atto penitenziale proposto dalla liturgia della chiesa all’inizio della santa messa: “Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli…”. L’unione di mente e di cuore tra noi si raggiunge con il perdono reciproco, invocato per intercessione degli Angeli e dei Santi e soprattutto della Santissima Vergine Maria, madre e rifugio dei peccatori.
Una volta verificata la condizione voluta da Gesù, che cosa chiederemo “a Dio onnipotente”? Nella medesima necessità si sono trovati un giorno i discepoli di Gesù. Avevano compreso il suo comando e il suo esempio: era necessario pregare Dio Padre e non sapevano cosa dire. Chiesero allora al Maestro; “Insegnaci a pregare”. Gesù rispose: “Quando pregate, dite: Padre nostro, che sei nei cieli…”. Insegnò come bisogna pregare per ottenere. Noi siamo sicuri di ottenere, SE le nostre domande corrispondono a quelle del “Padre nostro”.
Dev’essere ‘preghiera’, non soltanto pronuncia distratta o svogliata di parole sante.
“Maestro, insegnaci a pregare”.