Oggi nella messa domenicale si celebra la festa della Presentazione al Tempio del Signore: evento importante nella famiglia ebrea perché, secondo la legge di Dio data a Mosè, ogni primogenito veniva consacrato a Dio, liberatore del popolo dalla schiavitù dell’Egitto, e si ridava alla madre la pienezza della purezza e della gioia per aver concepito un figlio e per presentarlo a Dio “come suo per sempre” insieme al papà Giuseppe, che recava una piccola offerta, segno di immensa gratitudine e completo abbandono in Dio.
Viene proclamata la pagina di Luca (Lc 2, 22-40) che sottolinea il senso di questo momento particolarissimo della famiglia di Gesù con alcuni versetti che vorrei qui ricordare perché tutti possano confrontarsi con la ricchezza spirituale che esprimono:
* Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
* Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
*Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Mi permetto in questa semplice “predica” di proporre alla nostra attenzione non tanto la ricchezza del testo che ho in parte citato, ma la tradizione della Chiesa, per volontà di Papa Giovanni Paolo II nel 1997, di celebrare in questa festa la GIORNATA DELLA VITA CONSACRATA.
Il grande Papa, che ad aprile potremo venerare e implorare come Santo, spiega nel suo messaggio i motivi e le finalità di questa Giornata:
1. in primo luogo, essa risponde all'intimo bisogno di lodare più solennemente il Signore e ringraziarlo per il grande dono della vita consacrata: essa “prima di essere impegno dell'uomo, è dono che viene dall'Alto, iniziativa del Padre &hellip Questo sguardo di predilezione tocca profondamente il cuore del chiamato, che è spinto dallo Spirito Santo a porsi sulle orme di Cristo, in una forma di particolare sequela, mediante l'assunzione dei consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza.” Dono stupendo!
2. In secondo luogo, questa Giornata ha lo scopo di promuovere la conoscenza e la stima per la vita consacrata da parte dell'intero popolo di Dio. &hellip La vita consacrata 'più fedelmente imita e continuamente rappresenta nella Chiesa la forma di vita che Gesù, supremo consacrato e missionario del Padre per il suo Regno, ha abbracciato ed ha proposto ai discepoli che lo seguivano' (n. 22). &hellip.
3. Il terzo motivo riguarda direttamente le persone consacrate, invitate a celebrare congiuntamente e solennemente le meraviglie che il Signore ha operato in loro, per scoprire con più lucido sguardo di fede i raggi della divina bellezza diffusi dallo Spirito nel loro genere di vita e per prendere più viva consapevolezza della loro insostituibile missione nella Chiesa e nel mondo.
Guardando con gioia e tremore la mia stessa vita di consacrato, secondo il carisma di Don Bosco, vorrei condividere con tutti le seguenti riflessioni che mi spingono a continuare con coraggio la mia non facile scelta di vita.
* Spesso si pensa che un uomo o una donna si consacra a Dio per generosità e completa dedizione e consacrazione a Lui. In realtà, a vedere con gli occhi della fede questa scelta, è Dio che chiede a quell’uomo o quella donna di ritenersi radicalmente disponibili per tutta la vita a una Sua consacrazione delle loro persone per testimoniare la Sua presenza e per lavorare nel Suo Regno.
* Dio chiama a consacrarsi a Lui per vivere una vita che si immedesimi allo stile di vita e di donazione di sé che ci ha insegnato Gesù con la sua vita e che ha consegnato ai suoi discepoli con le beatitudini: nella vita consacrata si vivono, con radicalità e come profezia per tutti, le beatitudini come anticipazione della eterna beatitudine di contemplare Dio faccia a faccia, dopo la morte fisica.
* Un terzo pensiero coltivo, con sempre maggior stupore nella mia vita consacrata: vivere il profondo significato del “Nunc dimittis”, il canto di beatitudine che Simeone proclamò con intima gioia nel ricevere nelle sua braccia Gesù Bambino, che gli consegnavano Maria e Giuseppe.
Vorrei usare le parole stupende di un commentatore per comunicarvi quello che un consacrato prova, ogni giorno, nella sua vita:
“Significa confessare che, avendo creduto in Dio, per noi è ormai indifferente morire o vivere, perché per fede sappiamo di non vedere più la morte.
Per il credente la vera morte sta alle spalle ed è nel suo battesimo, per cui la morte che ci sta davanti non deve più essere motivo di paura.
Andando a dormire, ci prepariamo ad andare verso la morte come all'incontro con il Signore.
Noi confessiamo il Signore come padrone della nostra vita, colui che per la sua potenza può ogni giorno chiamarci a sé, e così impariamo a fare della nostra vita un'offerta, nulla più che un servizio da cui possiamo chiedere di essere congedati.
E chiedere ogni sera di essere congedati dal servizio del Signore ci insegna che non sta a noi finire l'opera, ma che a noi spetta solamente credere e confessare che l'opera di Dio è stata da lui compiuta e portata a termine in noi.”
Che il Signore aiuti me e tutti i consacrati e consacrate a vivere con gioia ed entusiasmo la nostra scelta di vita, nella Chiesa e per la Chiesa: nessuno infatti si consacra a Dio per se stesso, ma per essere il dono e la testimonianza vivente che Dio è e sarà sempre, senza togliere nessun valore a tutti gli amori delle nostre vite, il primo e l’unico amore della vita di ogni essere umano.
don gigi di libero sdb
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