Al film coreano PIETAdi Kim Ki-duk per «la capacità di cogliere in profondità la distruttibilità di una società regolata dal flusso del denaro e dalla negazione di ogni valore, ma anche che ogni forma di riscatto e di redenzione deve passare attraverso un faticoso percorso di dolore, di violenza e di totale messa in gioco di se stessi prima di veder sbocciare il germe della speranza».
Una Menzione Speciale anche al film filippino SINAPUPUNAN (Thy Womb) di Brillante Mendoza perchè «riesce a cogliere i valori di una comunità che vive sospesa tra modernità e tradizione dove gli affetti devono venire sacrificati dagli obblighi sociali della religione».