QUESTO È IL MIO CORPO...

«Io sono il pane, quello vivo, venuto dal cielo...»

12/08/2012

«Io sono il pane, quello vivo, venuto dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà per sempre. Il pane che io gli darò è il mio corpo, dato perché il mondo abbia la vita.»(Giovanni  6, 51)

Questa è la “buona notizia” che in questa domenica i cristiani proclamano nella foro Eucarestia domenicale con il Vangelo di Giovanni.

Lo proclamano con gioia (per chi ha provato qualche forma di fame e carestia, piccola o drammatica che sia, la buona notizia che ci sia pane e in abbondanza e di quello che ti toglie la fame per sempre è sempre una notizia che riempie di gioia e di speranza) e con stupore per il fatto che questo pane che dà la vita, quella eterna!, è proprio Lui: il nostro Maestro e Salvatore che si fa, Lui stesso, pane per sfamarci in eterno.
Lo proclamano per ricordarsene sempre loro stessi, ma anche per dare un annuncio di speranza a chi non crede o è indifferente nei confronti di un cristianesimo, che forse ha abbandonato o ha trovato insoddisfacente per la loro vita: anche per loro questa potrebbe essere, comunque, una buona notizia almeno da accogliere con interesse o almeno con rispettosa curiosità.

E perché questa gioia …. questo stupore …. questo non volere davvero perdere un pane come quello promesso da Gesù Cristo?

Prima di tutto perché è davvero una notizia ricca di grande speranza e conforto, diciamolo pure, finalmente rassicurante e che ci guarisce dalla paura e all’ansia che sono sempre dietro l’angolo come compagne di viaggio, davvero non molto desiderate.

Chi si trova in cammino, e la vita di tutti è sempre un cammino con pericoli e sorprese non sempre gradevoli e a volte davvero sconfortanti se non addirittura sconvolgenti, riceve con gioia la notizia di un pane che ci nutre, ci dà forza per seguire il cammino sino alla fine e con buon esito perché promette di nutrirci anche quando saremo arrivati alla meta:

Ma poi anche perché viene “dal cielo”; non è pertanto corruttibile e passeggero come tutto ciò che è umano e terreste è per sua propria costituzione.

Per di più è costitutivamente voluto per darci la vita con somma e sovrabbondante pienezza: la vita eterna, al di là di ogni discussione, si annuncia come capace di darci vita e piena consistenza anche dopo la morte, per l’eternità.

 C’è comunque una riflessione da approfondire, prima ancora del nostro futuro eterno, circa il mistero del pane che per divenire nutrimento necessario diventa nostra carne e ci dà le energie vitali per vivere e andare avanti con tutti i nostri sogni e progetti, finalizzati alla nostra piena realizzazione.

Questo mistero naturale, davvero prodigioso se ci si ferma a contemplarlo al di fuori della banale e abitudinaria quotidianità, si trasforma in forma inimmaginabile nel mangiare il “pane che viene dal cielo”: cioè il corpo e il sangue di Gesù.

Infatti, Gesù pane mangiato si trasforma in noi per assimilazione e nutrimento, ma ecco il misero divino e la novità assoluta: Egli trasforma noi stessi in Lui, nel suo corpo mistico che è la Chiesa.

Dunque non solo il “pane” si fa carne umana, nostro corpo vitalmente nutrito e pronto per vivere con gioia, ma noi, con tutta la nostra carne e spirito, sentimenti, gioie e sofferenze, ci facciamo Corpo di Cristo, crocifisso (anche la croce diventa nostra eredità da abbracciare  chi non prende la sua croce ogni giorno ….), incarnato nella storia, non solo nostra individuale ma comunitaria e profondamente umana e solidale con tutti gli uomini nostri fratelli, con tutte le possibilità, sofferenze, lotte e realizzazioni della storia: Corpo di Cristo che si chiama CHIESA.

Questa Chiesa, Corpo di Cristo, di cui noi siamo membra vive, è destinato ad unirsi per l’eternità con il Cristo, glorioso e risorto, nella gloria infinita della Trinità: nel suo seno entriamo come nella nostra ultima vera casa, accogliente e che ci realizza in assoluto.

 «Nessuno può avvicinarsi a me con fede, se non lo attira il Padre che mi ha mandato. E io lo risusciterò nell'ultimo giorno.»(Giovanni  6,44)

don gigi di libero sdb

gigidilibero@gmail.com