La cortesia del maestro Gesù verso chi lo ascolta è arrivata dove nessuno s’aspettava che arrivasse. Più volte egli si era proclamato, oltre che amico e fratello dei peccatori, anche giudice. L’esercizio del potere giudiziario, aveva promesso, verrà da lui esercitato dopo la morte di ognuno di noi. Quella sarà la circostanza nella quale verrà pronunciato il giudizio: “Vieni, servo buono e fedele”, oppure: “Via da me…” . Ma, ecco la domanda fondamentale, quando arriverà la mia ultima ora? Anche a questa domanda fastidiosa ma ineludibile, egli risponde: “Arriverà come un ladro, all’improvviso e quando non te l’aspetti!” Il modo pratico e migliore di attenderla è quello di stare sempre preparati, perché la nostra sorte eterna dipenderà da essa. Per fare intendere tale verità, Gesù racconta la parabola che oggi sentiamo leggere e commentare in chiesa durante la messa festiva. Dieci sono le amiche della ragazza da marito che aspettano l’arrivo del fidanzato, per partecipare alla festa di nozze, ma soltanto cinque partecipano alla festa; le altre cinque rimangono fuori, perché, quando il futuro sposo è arrivato, esse non erano pronte e dormivano. Con un racconto gentile ed elegante il maestro esorta a tenerci pronti, perché non ci dice l’ora nella quale ci chiederà conto della nostra vita. Lo so, è un argomento molto scomodo, che volentieri vorremmo evitare, ma non possiamo fingere che non ci riguardi. A quell’ora arriveremo tutti, chi prima chi poi. La questione non è sì o no, ma prima o dopo. E allora? Allora, attenzione! La cortesia di Gesù, dicevo prima, arriva dove non arriverà mai nessun ladro: ad avvertirci che l’ora nostra arriverà imprevista e imprevedibile. Si dirà: anche per il ladro è così! È vero, soltanto che, dopo il possibile furto del ladro, …la nostra vita continuerà, ma dopo quell’ora…stop! E quello sarà il momento del rendiconto! Conviene pensarci finché abbiamo tempo e ringraziare il maestro che ci ha messi all’erta!
Don Adelio Cola