Il denaro, falsa sicurezza - di P. Lorenzo Giordano sj

Ricchezza, povertà e giustizia nella vita dell'uomo e della Chiesa

04/09/2010

Uno dei bisogni fondamentali dell'uomo è la sicurezza. Egli ricerca appassionatamente e necessariamente un fondamento stabile su cui poggiare la propria esistenza. Ora un movimento antico quanto l'uomo è quello di chi sceglie come pietra angolare nella propria vita il denaro.
Attenzione a non farlo diventare un Dio.
Il denaro è tutto, si dice. Il denaro dà all'uomo il senso della sicurezza della possibilità di fare tutto. Scatta allora il meccanismo della accumulazione: il denaro non è mai troppo, diventa idolatria. Quando il denaro diventa il proprio dio, per averlo si è disposti a tutto. La sete del denaro appone l'uomo all'uomo. Se uno cerca di avere la parte maggiore, l'altro diventa un concorrente da superare o eliminare. La divisione della eredità è sempre stata un momento difficile per le famiglie. Fare le parti giuste è quasi impossibile. La divisione della eredità diventa la divisione delle famiglie.
Il denaro è la sorgente di tutte le gerarchie sociali, di tutte le discriminazioni: chi ha di più è più molto, gli uomini non sono più uguali e fratelli e si distinguono per quello che hanno. L'uomo del denaro diventa un uomo "solo" un uomo alienato, schiavo. Il denaro diventa una prigione.
L'uomo del denaro è l'uomo vecchio,  non quello "nuovo" promesso da Dio!
Cristo difatti non ha scelto la via del potere per fare giustizia!
Il problema della divisione della ricchezza è uno dei più gravi a tutti i livelli. Come interviene Cristo in questa situazione? Perché Cristo si rifiuta di farsi giudice fra i due? Perché non è la sua missione fare giustizia mediante la via del "potere". Il potere ha un vero significato si giustifica moralmente quando si mette a servizio della giustizia.

Cristo non la condanna in quanto potere. Solo che Egli non lo ha scelto come via per “fare giustizia”. Gesù Cristo innanzitutto riprende la saggezza del Vecchio Testamento traducendolo nella parabola del ricco insensato (Lc. 12,16-21). Le cose sono una falsa sicurezza. Il possesso è una realtà illusoria, il ricco è posseduto dalle cose, ma in fondo non le possiede. La morte rivela in modo evidente questa verità. La meditazione della morte compie nell'uomo la liberazione da una illusione una prima liberazione delle cose.
Non è però una meditazione di tipo moralistico. Gesù non vuole inculcare nei suoi ascoltatori abbienti il timore di una morte improvvisa e individuale, che manderebbe in fumo le loro speranze. In realtà la visibilità che si ha qui della morte è escatologica ed è collegata con il giudizio di Dio.
Il fondamento sicuro dell'esistenza è Dio solo! Il Lui acquista significato anche l'uso delle cose, anche in se buone. Non saranno più oggetto e strumento di divisione ma di comunione. L'uomo non le tiene per se egoisticamente, ma le trasforma in "segno di amore".
Dio ha destinato la terra e tutto quello che contiene e tutto quello che l'uomo, con la sua intelligenza, sa scoprire secondo gli insegnamenti di Dio, all'uso di tutti gli uomini e popoli così che i beni creati debbano secondo un equo criterio essere spartiti fra tutti avendo come guida la giustizia e compagna la carità. Pertanto quali siano le forme della proprietà adattate alle legittime istituzioni dei popoli in vista delle diverse e mutevoli circostanze, si deve sempre ottemperare a questa destinazione universale dei beni (Gs.69)

E che dire della ricchezza e della povertà della Chiesa?
"Conosco la tua tribolazione, la tua povertà, tuttavia tu sei ricco" (Apoc. 2,9).
Così lo Spirito Santo esalta la Chiesa di Smirne.
Alla Chiesa di Laodiceo invece rinfaccia: "Tu dici: Sono ricco, mi sono arricchito non ho bisogno di nulla, ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, un cieco e nudo" (Apoc. 3,17).
Il giudizio dello Spirito si legge nel catechismo degli adulti pagg. 183-184 - riporta in primo piano l'insegnamento della Croce. La Chiesa è ricca quando, materialmente povera di risorse è pronta a ricevere nella fede - quelle risorse che provengono dallo Spirito di Cristo Suo Capo e Signore. È in realtà povera cioè infelice miserabile cieca e nuda quando più che nello Spirito confida nei mezzi umani di cui dispone. La Chiesa influisce sul potere, ma ne viene contemporaneamente influenzata!!!  a volte strumentalizzata!!!
E non mancano le voci che denunciano il pericolo che la minaccia.
Tutti e a tutti i livelli di persone stiamo vivendo un momento in cui il denaro, ci fa trascurare il vero Dio che ci vuole tutti suoi figli e fratelli con vita di condivisione e comunione.
Lo Spirito Santo tocchi il cuore di ogni uomo e tutte le istituzioni di potere per accettare gli insegnamenti di Dio con fede e generosità liberandoci di tutti i nostri egoismi!

Padre Lorenzo Giordano SJ