La Fede - di Don Adelio Cola

Lettera aperta a Simon Pietro, pescatore di uomini

06/02/2010
CARO SIMON PIETRO,
è commovente la tua duplice confessione di FEDE! Dopo che il tuo divino maestro, Gesù, ti ha misteriosamente riempito le barche di pesci, tu ti inginocchi davanti a lui, perché lo riconosci come Dio. Soltanto Dio, infatti, può fare miracoli. Tu con i tuoi colleghi avevi faticato tutta la notte sul lago di Gennezaret senza risultato. Eppure eravate esperti nella pesca! Era salito con voi in barca Gesù, ex falegname di Nazaret, vi ha ordinato di rigettare le reti in acqua ed esse si sono riempite talmente da non riuscire a tirarle a riva tanto sono cariche di pesca.
Tu allora capisci e ti rendi conto chi fosse Gesù che ti aveva dato quell’ordine inatteso.
Inginocchiandoti davanti a lui, lo riconosci come Dio. La tua lingua confusa riesce a spiccicare poche parole: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore!»  Ma è proprio per questo motivo che Gesù ti sta vicino! Egli è venuto per i peccatori, per i malati: tu lo sei ed egli lo sa. Anche noi lo siamo, peccatori e malati, come te. Ci consola la certezza che egli lo sappia.
Noi, contrariamente alla tua preghiera, gli chiediamo di restare con noi, vicino a noi, perché i pericoli del mare della vita oggi sono più numerosi di quelli incontrati da te in quella notte di sterilità nel tuo lavoro. Senza che tu lo abbia voluto, ci hai dato una grande lezione quando, prima della pesca miracolosa, hai detto: «Maestro, sulla tua parola getterò le reti!”  Senza Gesù, dunque, risultato zero; con Gesù “presero una quantità enorme di pesci e le loro barche quasi si rompevano...fino a farle quasi affondare!».
Che sia per questo motivo che noi talvolta non riusciamo a combinare quasi niente nella vita cristiana, malgrado tutto il nostro impegno, cioè perché non c’è Gesù nella nostra barca? Per la verità, egli c’è sempre, almeno finché non lo scarichiamo volontariamente con un peccato! È altrettanto vero che egli desidera, anzi aspetta, che noi gli ripetiamo spesso l’invito: «Vieni, Signore Gesù, resta con noi!».
C’è la conclusione del vangelo di questa domenica, dopo il racconto del miracolo della pesca miracolosa, che ci... prende al laccio! L’evangelista Luca scrive che voi, tu Pietro e i tuoi soci di lavoro Giacomo e Giovanni, avete per così dire tirato le conseguenze di quello che era successo. Egli testimonia: «Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono».  
Mi chiedo: proprio tutto?
Già: famiglia, lavoro, guadagno, progetti di successo per il futuro.
Ma perché?
Perché il Maestro aveva detto: «Chi vuole venire con me abbandoni tutto e mi segua».
Seguirti dove, Maestro?  «A fare i pescatori di uomini», come me e con me.
Con quale programma?
Luca lo riferisce e la liturgia della Chiesa lo proporrà alla nostra meditazione domenica ventura invitandoci a riascoltare il discorso di Gesù sulle Beatitudini.
Don Adelio Cola