1. “Vieni, vieni, Gesù, dal cielo alla terra; vieni, vieni”. I ragazzi, pardon “gli studenti” di prima e seconda media hanno intonato il canto d’inizio della Santa Messa. Congratulazioni per la bella esecuzione, ma, ho detto nell’omelia, il vostro canto era incompleto. Gesù, intanto, è già venuto qualche giorno fa a Natale, e poi è venuto ma dove? “In terra” rispondono. Bene ma egli vuole venire ed entrare anche... altrove. Dove? Restano interdetti e non sanno rispondere. Mi metto l’indice della mano destra al petto e capiscono subito: “Nel cuore”. Di chi? “Nostro”. E voi l’avete accettato? “Sììì...” Tutti? Anche i “grandi”, quelli che qualche volta fanno del male? Aspettavo silenzio e in chiesa è risuonato il “No!”. Ho chiesto: quando le persone fanno il male? Le risposte arrivarono puntuali. Le mani alzate, come i ragazzi sono abituati a chiedere la parola a scuola, erano quelle di persone che non sempre sanno distinguere il bene dal male. Per loro è male dire bestemmie, è male fare la guerra, fare furti e attentati, anche fare i kamikaze, fare promesse di pace e non mantenerle (sic). E lo sapete che ci sono anche ragazzi della vostra età che fanno il male? Lo sanno. Ho impedito che facessero nomi e ho detto loro che non bisogna giudicare e condannare, perché non tocca a noi. “Ma allora...” Si vedeva che avrebbero voluto aggiungere tante altre cose. L’argomento interessava. Alla domanda come facessero a saperlo hanno risposto in coro: “Dalla televisione”. E voi la vedete la TV? Sempre? Cosa vedete? Le risposte corali erano gridate. Parlate con i genitori di quello che vedete alla TV? I “No” soffocarono i timidi “Sì”. “ Anche a scuola, aggiunse una bambina con la mano alzata, qualcuno fa il male!”; con fatica le ho tolto la parola.
E’ certo che anche la TV fa scuola e che gli alunni imparano e talvolta imitano quello che hanno imparato. Sono almeno due le scuole dei nostri ragazzi: quella alla quale vanno ogni giorno carichi di zainetto con libri e quaderni e l’altra che trovano in casa, la TV. Qual è quella dove “imparano” di più e più facilmente p?
A casa svolgono i compiti assegnati dai professori, nel gioco imitano spesso quello che hanno “imparato” seduti sui divani di casa davanti al televisore. Quello che gli insegnanti spiegano a scuola fa fatica ad entrare nelle teste degli allievi; quello che la TV mostra, vi entra facilmente ed essi sono portati istintivamente ad imitare gli esempi e i comportamenti visti. Buon per loro che molti genitori si sentono responsabili delle comunicazioni che i figli ricevono dalla TV domestica, che spesso, quando i figli giocano alla ricerca delle trasmissioni più diverse, presenta “il male” (amicizie ambigue, imbrogli, doppie facce...) come la cosa più naturale di questo mondo. Gli adulti fortunatamente vigilano ed educano i minori a sapersi comportare con retto giudizio.
TV, Internet, telefonino...sono armi e bisogna insegnarne l’uso responsabile a chi le maneggia, perché possono procurare doppio effetto: positivo e negativo.
2. L’amico Bruno D.G. mi invia copia delle brevissime letterine di Natale che due gemelline hanno appeso a fianco del presepio.
“Caro Gesù Bambino, i peccati li segni in rosso come la maestra? Chiara”.
“Caro Gesù, a carnevale mi travestirò da diavolo. Ciai niente in contrario? Michela”.
Il Natale 2009 se n’è andato: cos’è rimasto di lui e specialmente del Bambino del presepio? Soltanto un lontano ricordo?
I bambini ci aiutano a riflettere.
Chiara parla di peccati. Ma sanno tutti cosa sono i peccati?
Michela parla del diavolo. Tutti sanno chi è?
Sono partito dalle due letterine riferite sopra in un incontro con i ragazzi che si preparano alla Cresima. Sanno rispondere alle domande sul bene e sul male, sulle cose buone e su quelle cattive. La domanda alla quale non sanno rispondere immediatamente è un'altra? Dove abita il male? Ci pensano e uno alza la mano per parlare, come se fosse a scuola: “Nella guerra!” Altri adesso chiedono la parola tutti insieme:”Nei rapimenti...nei furti...nelle bestemmie...” Dove succedono queste cose brutte? “Alla TiVù!”, sentenzia il primo. Uno ride: non proprio dentro la TV, si capisce!
“Anche al cine...anche all’internet...”, fa il coro. Lo sanno perché gliel’hanno spiegato o perché ne hanno fatto esperienza?
Forse i ragazzi non si rendono conto che stanno frequentando diverse... “scuole”:la famiglia, anzitutto, la scuola media, gli incontri di catechismo, ma anche i mezzi di comunicazione sociale che essi hanno nominato. Maestri e professori sono quelli che parlano e che di fronte a loro si comportano come modelli di vita: i genitori anzitutto, gli insegnanti, i catechisti, i ministri del culto, ma anche i personaggi della TV del cinema e di internet...
Il bene e il male lo possono trovare dovunque e lo devono sapere e devono sapere anche scoprirlo e sapere “dove abita” , per andare, primo a non cercarlo, secondo a starne lontani, terzo ad allontanarsi da esso quando s’accorgono che s’avvicina... talvolta con abbigliamenti colori musica affascinanti.
Niente allarmismi moralistici: educazione sì, chiarezza nell’esporre i principi morali alla loro portata e comprensione, segnalazione dei mezzi per difendersi dal male. In una parola aiutarli ad evitare di cadere nei tranelli di quelle che un saggio educatore, p. Nazareno Taddei S.J., chiamava le “idee inavvertite”. Esse si insinuano nelle teste, anche in quelle dei ragazzi, in modo inavvertito e poi entrano, se non si sta molto attenti!, a far parte della nostra mentalità e del relativo comportamento.
Prevenire tali pericoli è dovere degli educatori: informazione, istruzione, educazione sono le strade da percorrere per il bene dei nostri ragazzi.
Don Adelio Cola