Festa dell’Assunta!
Bel privilegio! Se l’è meritato la Vergine Maria! Con tutto quello che ha sofferto e affrontato nella sua vita legata ad un figlio come il Cristo, Crocifisso e Risorto. Fortunata Lei!
Festa dell’Assunta!
Siamo alle solite promesse irrealizzabili, ai miti e ai sogni con cui chi non riesce a sopportare la dura realtà della vita quotidiana si consola o si droga per andare avanti nonostante tutto!
Festa dell’Assunta!
Per quanto consolatoria ed emotivamente esaltante può davvero dare l’impressione di tardivi ricuperi di esaltazione e di gioia che però non ci interessano direttamente se ci concentriamo nella nostra vita quaggiù, così ricca di lotte, sconfitte, sofferenze e durezze di ogni tipo e che offre assai raramente serenità e gioia.
Di fronte alla Vergine Assunta in cielo, gioiosamente risorta con il suo corpo nella gloria del Cristo risorto, la liturgia ci fa esclamare: «Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle.» (Apocalisse 12,1).
Nella nostra devozione mariana spicciola e “ordinaria” siamo a volte orientati a divenire con lei piuttosto melanconici e piagnucolosi: una delle nostre preghiere a Lei rivolte ci fa ripetere: … a te ricorriamo, esuli figli di Eva … mostraci, dopo questo esilio, Gesù…
Certo siamo esuli perché siamo fatti per il cielo: la nostra vera patria è la vita di totale comunione con il Padre che ci ha creati, con il Figlio e fratello Gesù che ci ha salvato e nello Spirito Santo che ci fonde in un amore infinito ed inebriante.
Maria Assunta in cielo ne è la prova certa e la primizia inebriante che riempie di speranza assoluta la nostra fede e il nostro totale abbandono al Dio della vita eterna.
Ma quel corpo di Maria che brilla e sfavilla nel Cielo come regina, Madre e Sposa di Colui che tutto può e vuole, è lo stesso corpo che ha vissuto con pienezza di libertà, di amore e di creatività la sua vita in questa nostra terra e nella stessa storia che anche noi stiamo vivendo e costruendo.
In questa nostra storia la Trinità l’ha posta perché realizzasse la meraviglia incredibile di una vita totalmente vissuta e pienamente combattuta per realizzare la volontà del Padre con obbedienza e fedeltà e raggiungesse così la vittoria sulle potenze che insidiano l’amore e la vita gioiosa di Dio.
Anche noi, come Maria, siamo immersi con il nostro corpo nella storia come in una grande battaglia da vincere e da portare a termine pienamente sorretti dall’amore di Dio, in obbedienza ai suoi piani di amore e con tutta la partecipazione della nostra libertà e delle nostre facoltà.
Tutte le vogliamo giocare per guadagnarci la corona: la gloria appunto di Maria Assunta gloriosa nel seno della Trinità.
Credo fermamente che proprio Maria Assunta ci possa far vivere con pienezza quanto ha bene espresso san Paolo: «non che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch`io sono stato conquistato da Gesù Cristo. Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù» (Filippesi 3,12-14)
Per uscirne poi, con dignitosa consapevolezza di aver realizzato una vita che Dio ci ha affidato come prova di amore e di libertà, confessando: «ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede» (2Timoteo 4,7)
don gigi di libero sdb