Con una certa frequenza mi capita di percepire nella reazione delle persone e amici che incontro, nelle reazioni più o meno marcate dei titoli di giornali e nei messaggi di personaggi a volte anche molto rilevanti nel creare opinione pubblica, un senso di fastidio nei confronti del Vangelo e della presentazione della fede o della Parola di Dio
Con forza e disprezzo, variamente modulato e marcato, sembra proprio di percepire noia e reazione emotiva ai messaggi, come se sapessero di scontato o di penosamente ripetitivo o del tutto inutile e pietoso
Scrive acutamente un Vescovo italiano: «Oggi tanti cristiani, quando ascoltano il Vangelo, hanno spesso la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di imparaticcio e di risaputo, e così la loro reazione non è più lo stupore, ma lo sbadiglio, non è la meraviglia, ma l’assuefazione: è quello stanco e soddisfatto appagamento delle cose già sentite e risentite, sapute e risapute».
Da un lato mi sembra di risentire le perplessità, che si aprono facilmente al disprezzo, dei concittadini di Gesù: ma non è quel figlio di Giuseppe?…. il falegname … quel piccolo apprendista insignificante e in nulla particolarmente dotato e attraente?... non è uno di quella famiglia così ordinaria e comune da non insegnare proprio nulla a nessuno?...
Dall’altro spesso percepisco anche una malcelata manifestazione di invidia e di stizzito risentimento nei confronti di chi ci presenta, realizza, offre e richiede quei grandi valori ed ideali che, purtroppo per tanti, non si riesce a realizzare o che, vergognosamente persi o snobbati, ci hanno lasciato disillusi e feriti e pertanto scontenti e incattiviti.
Anche oggi ci fa problema e, a volte, ci spinge alla ribellione e al rifiuto sprezzante o indifferente (ma certe indifferenze grondano rabbia e veleno!) un Dio che si ostina a incarnarsi in un Crocifisso (e i crocifissi si moltiplicano nella storia …), uno che muore ucciso da violenze di poteri ciechi e oppressivi … un Dio che, al di là di ogni novità di moda e delle speciose e moderne “conquiste culturali”, si presenta esigente nel chiederci fedeltà (crocifissa e dolorante, a volte!) ai valori e all’amore sponsale su cui costruire famiglie, giovani e società ferme nella giustizia che esige cambiamenti, sacrifici e capacità di donazione e condivisione di tutto ciò che siamo e possediamo.
Insomma, anche oggi, Gesù (e chi lo segue con amore) fa scandalo e suscita meraviglia e stupore.
Da Lui tanti, deboli ed accidiosi, si difendono con perplessità sulle credenziali e con il disprezzo circa ciò che insegna e richiede con forte e irriducibile coerenza e amore donato e crocifisso ma aperto alla risurrezione.
Perché la risurrezione è e sarà sempre la sola e autentica rivoluzione della storia e di ogni cuore umano.
Abbiamo bisogno di rivoluzione, ma del cuore, del nostro cuore indurito e sclerotizzato!
don Gigi Di Libero sdb