Sono duemila anni, almeno!, da quando l’attesa del Verbo incarnato si è storicamente verificata. Maria, sua madre Immacolata, l’ha dato alla luce tanto tempo fa… e noi continuiamo ad invocare la sua venuta. Avvento, infatti, significa venuta, arrivo.
E allora, come la mettiamo?
Il fatto è che per ognuno di noi Egli viene soltanto ad un certo punto, un certo giorno, in una certa circostanza, ed è soltanto allora che noi ci rendiamo conto che Egli c’è, esiste e ci incontra personalmente.
Le storie di Pietro apostolo e dei suoi colleghi, di Saulo-Paolo, di Maddalena, di Agostino e di innumerevoli fratelli e sorelle sono lì per dimostraci che le cose stanno così.
Mi chiedo: per me è già venuto o lo attendo ancora? E’ necessario che io preghi (ed eventualmente ‘canti’): “Tu scendi dalle stelle…Vieni, Signore Gesù” ?
In verità Egli non è mai ‘venuto’ abbastanza a me, invitandomi alla sua vicinanza più intima (leggi: alla mia ‘conversione’!). E’ per questo motivo che anche i primi cristiani pregavano e cantavano: “Maràn athà!”, che vuol dire proprio “Vieni, Signore Gesù”. Erano ben consapevoli che era già venuto nella sua incarnazione, ma non ancora del tutto nella loro ‘conversione’ completa.
Oggi come allora, noi come loro.
La parola che ci infastidisce e ci preoccupa, oltre che disturbarci, è ‘conversione’. Se si dicesse ‘intimità con Gesù’, sarebbe più accettabile. Ma è la stessa ‘cosa’., spogliata d’una certa quale emotività sentimentale.
La chiamata alla vita cristiana maggiormente presa sul serio, poiché tale è la conversione, arriva puntualmente nelle domeniche in preparazione al Natale e arriva dalla Chiesa…che quaggiù non è tutta santa, come la vorrebbe il Cristo suo fondatore.
Essa è santa perché Egli lo è, come lo è il suo Spirito Santo, i mezzi di santificazione che sono i sacramenti, i figli e le figlie migliori che sono i santi e le sante del paradiso attorno alla Madre dei santi Maria santissima.
Ma quaggiù la chiesa è fatta, per così dire, di peccatori, di noi peccatori e penitenti nessuno escluso.
Ben venga allora il richiamo alla conversione, operazione difficile e pressoché impossibile ai figli ed alle figlie di Dio, ma non a Lui al quale nulla è impossibile.
“Maràn athà” con la tua grazia : convertici, Signore e noi ci convertiremo.